Una montagna di sguardi
VENAUS: UN LABORATORIO PER IL RILANCIO E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLE “TERRE ALTE”
TAC in qualità di referenza scientifica ha gestito l’evento a cura di Fondazione per l’architettura/Torino
A partire dal primi anni del ‘900, in conseguenza dell’insediamento e dello sviluppo di impianti industriali nei fondo valle e nei maggiori città di pianura, i centri abitati montani del Piemonte occidentale hanno assistito ad un notevole e progressivo spopolamento. Il risultato di questo fenomeno ha reso questi paesi, tra cui anche Venaus, impoveriti dal punto di vista demografico e del “paesaggio culturale-sociale”. Il concetto di comunità, e con esso i relativi caratteri distintivi, hanno cominciato a sbiadire. Il tessuto economico-produttivo, un tempo basato prevalentemente su attività agricole-pastorali, si è impoverito. La popolazione ha optato per modelli di sviluppo che garantivano un’apparente miglioramento delle condizioni di vita piuttosto che progettarne di nuovi basati sulle risorse locali e sulle potenzialità inespresse del territorio. La cultura urbana è penetrata in questi contesti. L’ambiente costruito ha iniziato a perdere la propria originale immagine andando ad “arricchirsi” di elementi architettonici e compositivi tipici dei contesti urbani o di strumenti amministrativi omologanti che spesso hanno reso illeggibile il palinsesto autentico. Con il risultato che oggi Venaus, come altri paesi simili in montagna, si trova ad affrontare temi cruciali, legati all’architettura, al rapporto tra tradizione e modernità, in bilico tra la nostalgia del passato e il conformismo ad un presente che non sente come proprio.
Per queste ragioni il workshop ha affrontato il tema del ripensamento della metodologia di intervento nei contesti alpini attraverso un linguaggio contemporaneo ma rispettoso, sensibile e sostenibile.
Nello specifico il workshop ha esplorato nuove possibilità in tre ambiti distinti seppur tra loro fortemente interconnessi: quello del recupero e della valorizzazione del patrimonio edilizio privato; quello del riconfigurazione degli spazi liminari che fanno da cerniera tra spazio pubblico e proprietà privata; e infine della riorganizzazione e miglioramento dei caratteri peculiari dello spazio pubblico cittadino. Così facendo il centro storico di Venaus e il suo territorio – fulcro tra l’altro del delicatissimo dibattito sulla TAV – sono diventati un ideale luogo di sperimentazione sul quale proporre modelli innovativi che possano rispondere alle esigenze dell’abitare contemporaneo in contesti montani e attivare nuove economie locali.
I partecipanti, seguiti da tutor di fama internazionale che lavorano in ambito montano, hanno lavorato su porzioni di tessuto del centro storico con l’obbiettivo di restituire vocazioni e funzioni sociali e culturali.
Al di là dell’esperienza progettuale, anche attraverso una serie di incontri aperti alla comunità e ai professionisti locali, il workshop ha alimentato un dibattito sul significato e sulle opportunità che le pratiche progettuali contemporanee possono portare nelle comunità dell’arco alpino, ponendo così le basi per la definizione di un possibile laboratorio di sviluppo locale e di innovazione in ambito montano.
Fabio Vignolo, racconta quanto realizzato con il gruppo di lavoro dedicato a Venaus.
Si rimanda al sito della FONDAZIONE DELL’ARCHITETTURA DI TORINO: LINK